Sunday, November 29, 2009

L'accento nelle parole spagnole

Qui potete trovare le regole per l'accento nella lingua spagnola.

Molto interessante l'esempio che viene fatto per mettere in evidenza che anche in spagnolo, come in italiano esistono parole che assumono significati diversi se si cambia la posizione dell'accento tonico:

sdrucciola: pú-bli-co (pubblico), aggettivo; es. transporte público (trasporto pubblico)

piana: publico [publíco] (pubblico), 1a persona del presente indicativo del verbo publicar (pubblicare); es. ¿cómo publico mi libro? (come pubblico il mio libro?)

tronca: publicó [publicó] (pubblicò), 3a persona del passato remote del verbo publicar (pubblicare); es. publicó una noticia falsa (pubblicò una notizia falsa)

Se queste regole sono seguite correttamente, ovvero ammettendo che in un testo scritto in Spagnolo siano segnati correttamente tutti gli accenti grafici laddove obbligatorio (ma attenzione che spesso chi scrive su chat o con cellulari/computer o per pigrizia non lo fa), quando si incontra una parola priva di accento, la pronuncia potrà essere soltanto di due tipi (salvo poche eccezioni che qui non tratto per non complicare troppo le cose):

  • piana, ovvero con accento su una delle vocali della penultima sillaba, se la parola termina in vocale (o con un dittongo) o con le consolanti "n" e "s"
  • tronca, ossia l'accento cade su una vocale dell'ultima sillaba, se la parola termina con una consonante diversa dalla "n" e dalla "s"

Questo perché in quasi tutti gli altri casi ed eccezioni rispetto alle due categorie precedenti nello spagnolo scritto è obbligatorio indicare l'accento.

Questo regole hanno un senso, non sono del tutto arbitrarie, perché in spagnolo la maggior parte delle parole sono piane e terminano in vocale o "n" e "s" e pertanto avendo stabilito questa regola si può omettere l'indicazione dell'accento dalla maggior parte delle parole (dal momento che segnare molti accenti complica la scrittura). Dopo le parole piane, nel vocabolario spagnolo, per numerosità vengono le tronche e la regola che dice che l'accento sulle tronche polisillabiche va segnato solo se terminano in "n", "s" e vocale consente di evitare di segnare l'accento sulla maggior parte delle parole tronche senza nel contempo comportare ambiguità di pronuncia (infatti esclude la pronuncia piana, dal momento che questi sono esattamente i casi in cui nella pronuncia piana si omette l'accento). Sulle sdrucciole e bisdrucciole invece in spagnolo si segna sempre quasi sempre l'accento. Nel complesso nello spagnolo scritto (se gli accenti vengono segnati quando è obbligatorio farlo) si riesce molto più facilmente rispetto all'italiano (le regole dell'italiano le trovate qui) a capire la posizione dell'accento tonico e quindi si possono evitare molti errori a riguardo.

Come detto prima le parole piane o tronche senza accento grafico sono tantissime, qui mi limito a dare solo pochi esempi che ricadono nei casi visti prima (per mettere meglio in evidenza su quale sillaba cade la pronuncia le ho sillabate):

piane terminanti in vocale o dittongo
zo-que-te [thochéte] (calzino), a-bri-go [abrígo] (cappotto), gra-tui-to [gratúito](gratuito), po-ten-cia [poténthia] (potenza), se-cre-ta-ria [secretária] (segretaria), ca-si [cási] (quasi), ta-xi [tácsi] (taxi), ba-ca-la-o [bacaláo] baccalà, cien-cia [thiénthia] (scienza), co-rre-o [corréo] (posta)
piane terminanti in consonante n e s
ha-blan [áblan] (parlano), al-guien [álghien] (qualcuno), cri-men [crímen] (crimine), e-xa-men [ecsámen] (esame), jo-ven [chóben] (giovane), mar-gen [márchen] (margine), am-bos [ámbos] (entrambi)
tronche terminanti in consonante diversa da "n" e s"
alquiler [alchilér] (affitto), amenazar [amenathár] (minaccia), chaval [chabál] (ragazzo), menester [menestér] (bisogno, mestiere)

La seconda regola che stabilisce l'omissione dell'accento nelle parole tronche terminanti per consonante diversa da "n" e "s" implica che tutti i verbi all'infinito privi di accento grafico (dal momento che terminano con "r" che è una consonante diversa "n" e "s") hanno l'accento tonico sulla sillaba della desinenza -ar, -er, -ir, ovvero sono tronchi:

abandonar [abandonár] (uscire), comprender [comprendér] (capire), asistir [asistír] (assistere)

Da una ricerca automatica nel dizionario vi posso confermare che non esistono verbi all'infinito che portano l'accento grafico, pertanto tutti i verbi all'infinito in spagnolo sono tronchi.

Notare che i monosillabi non si accentano, quindi le loro pronunce vanno imparate (può aiutare il fatto che quando si ha in presenza di un dittongo l'accento non cade sulla vocale debole, ovvero la "i" o la "u"):

bien [bién] (bene, ok), buen [buén] (buon), pues [pués] (beh, bene, dal momento che, pertanto, quindi, visto che), quién [chién] (chi)

Ci sono poi, se pur statisticamente di meno, molte parole piane e tronche, per cui è obbligatorio indicare l'accento grafico e si possono considerare delle eccezioni alle due categorie piane e tronche viste prima (ovvero l'accento bisogna indicarlo altrimenti implicitamente a causa di quelle regole si avrebbe una pronuncia rispettivamente tronca o piana sbagliata). Solo pochi esempi:

piane che terminano in consonante diversa da "n" o "s"
ál-bum [álbum] (album), a-zú-car [athúcar] (zucchero), es-tán-dar [estándar] (standard), lá-piz [lápith] (matita), cár-cel [cárthel] (carcere), ár-bol [árbol] (albero), ú-til [útil] (utile)
tronche che terminano in "n" o "s" o per vocale
mi-llón [míjon] (milione), pa-drón [padrón] (padrone), re-ac-ción [rreakthión] (reazione), a-cor-deón [acordeón] (fisarmonica), a-de-más [además] (inoltre, per di più), a-mén [amén] (amen)


Una eccezione alle presenti regole è quella di alcuni tipi di iati, ovvero gruppi di due vocali di cui una è aperta (a, e, o) e l'altra è chiusa (i, u): questi si accentano sempre sopra la vocale chiusa (ovvero l'accento si segna sempre, anche se secondo le regole di prima si potrebbe omettere):

ma-íz [maíz] (mais), ra-íz [raíth] (radice), pa-ís [país] (paese), dí-a [día] (giorno)

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