Sunday, June 3, 2012

Beppe Grillo e il popolo che non ce la fa più

Analisi della situazione politica e economica italiana

Beppe Grillo, l'unico e il primo a premere il grilletto contro la mala-politica e la corruzione

Ironia della sorte, nel dramma della crisi, sarà probabilmente un comico a liberarci dal pessimo teatrino della politica italiana e dai loro litigiosi e inconcludenti show. Un comico sì, le cui dichiarazioni non sono mai state così serie, e i temi che affronta tanto importanti e cruciali per il nostro destino e il futuro nostro e dei nostri figli. Un comico che sta aprendo gli occhi della gente, che con la comicità sta cercando di dare alla gente quel poco di coraggio che serviva per opporsi alle malefatte dei politici, per fare finalmente sentire quello che tutti hanno sempre pensato e per riprendere il controllo del nostro paese.

I candidati del suo partito sono gente comune, che non "ce la fa più". Alcuni lo hanno definito populismo, io lo chiamo democrazia, quella vera. Il suo movimento è l'unico a usare i principali canali di comunicazione con la gente (quello virtuale del web e reale delle piazze) per rendere trasparente l'operato della politica e raccogliere le opinioni e i bisogni dei cittadini. Sembra infatti che questo tipo di comunicazione e politica aperta continui anche durante il mandato da parte degli eletti e non sia limitata solatamente a scopi elettorali.

Questo è un nuovo concetto di democrazia partecipativa e controllata, mentre la tradizione politica dei partiti gioca piuttosto, come sempre ha fatto, sull'ignoranza, la propaganda, la disinformazione e su una forma di democrazia totalmente delegata, che quasi sempre in Italia ha finito per fare gli interessi delle lobby, della casta e dei poteri forti a discapito del bene pubblico e della gente comune.

Onestà e buoni risultati sono il solo metro di giudizio della politica

Cosa conta di un politico? Qual'è la sua qualità primaria? Risposta: non è l'esperienza o la capacità, ma l'onestà. Le prime è facile acquistarle sul campo e una volta acquistate non si perdono, ma l'onestà quando la si perde, è molto difficile riacquistarla. E anche nei rari casi in cui questo avviene, la virtù riacquistata non ha alcun valore in politica, perché il pentimento di un politico disonesto non è affatto credibile agli occhi del popolo. Il suo intervento negativo sulla storia non si può cancellare e, dal momento che siamo in un regime democratico con abbondanza di candidati, la gente preferisce scegliere qualcun altro (a meno che non ci sia nessun altro, cosa improbabile in una vera democrazia, con leggi e regolamenti elettorali realmente democratici).

La politica deve essere un servizio che si rende al paese e alla gente. Deve essere un sacrificio e una assunzione di responsabilità gratuita, non ci devono essere ricompense personali di carattere monetario e finanziario o qualsiasi altro tipo di privilegio, anzi il contrario! La ricompensa di un buon politico deve essere piuttosto di natura affettiva e interiore: la gente ti stima e ti vuole bene per il bene che hai fatto. Un politico non ha diritto ad essere perdonato, come una persona comune: la più piccola macchia sulla sua onestà e rettitudine comporta sempre (dove più, dove meno) l'indignazione della gente, la sua conseguente vergogna (anche qui dove più, dove meno, ne abbiamo visto di facce davvero toste...). Al senso di vergogna dovrebbe seguire una volontaria dimissione dal mandato politico.

La massa è giudice inflessibile che non perdona e se potrebbe ucciderebbe un singolo ai suoi occhi colpevole con facilità e senza processo. Si può ottenere il perdono da un singolo, ma non dal popolo. Quando la faccia è persa di fronte al popolo, è persa per sempre e non c'è rimedio. Non resta che ritirarsi in silenzio. Qualche famoso politico italiano sta sperimentando gli effetti di queste semplici leggi riguardo il comportamento della massa. Certo che questo ne ha fatte proprio di grosse, non solo dal punto di vista politico.

È lo stesso nel mondo della scienza: se racconti balle, perdi la credibilità nella comunità degli scienziati ed è difficile farsi perdonare. Le regole sono di non annunciare una scoperta se prima non si è sicuri e non è stata verificata e di usare molta cautela. Scienziati e politici sono simili da questo punto di vista: il loro lavoro è sottoposto ad attento controllo e revisione da parte di molte altre persone.

Tutto questo non è utopia. Ad es. è accaduto di recente quest'anno in Germania, dove il presidente Wulff ha dato le dimissioni subito dopo esser stato indagato per un reato di poco conto, confrontato allo standard a cui siamo abituati in Italia - un debito personale concesso a tasso agevolato - ma che tuttavia ha prodotto una notevole indignazione nell'opinione pubblica tedesca.

La politica italiana non fa gl'interessi complessivi del paese e della gente
Dopo che la politica ha ridotto il paese in ginocchio, con milioni di giovani disoccupati e tante nuove famiglie povere, un debito pubblico enorme, un ambiente deturpato e inquinato, una cronica carenza d'infrastrutture, una costante fuga di cervelli verso l'estero e una criminalità che la fa da padrona, grandi sono le aspettative della gente nei confronti di una vera politica, come quella che propone il Movimento 5 Stelle di Grillo e pochi altri partiti tradizionali che sono stati sempre minori nella scena politica italiana.

L'Italia, per le sue risorse umane e materiali e la sua posizione geografica potrebbe potenzialmente diventare uno dei primi paesi d'Europa, e godere d'un benessere molto superiore a quello dei paesi nordici, se solo fosse dotata di una politica imparziale, che funziona e che fa realmente gli interessi delle persone, non delle banche, dei ricchi o degli industriali. Tra l'altro anche quest'ultime categorie privilegiate hanno tutto da guadagnare dal benessere della gente, qualora siano oneste.

Spero che ci sia sempre più in Italia una maggiore offerta di politica da parte di facce nuove che non siano in alcun modo legate a quelle vecchie. La mancanza di legami è piuttosto facile da appurare: non devono essere proposti dai partiti tradizionali e devono avere una totale inesperienza politica, che come detto prima non è affatto un problema, anzi un vantaggio da questo punto di vista, quello di garantire l'onestà e l'imparzialità della classe dirigente. A fare politica s'impara presto con la pratica, l'importante è essere e mantenersi onesto e disinteressato e allora non si può far altro che buona politica.

L'indignazione delle gente. Finalmente!
Finora la gente onesta non s'è mai indignata in blocco così tanto per la mala-politica, la corruzione, l'ingiustizia e il malaffare. Tuttavia solo alcuni, ma piuttosto pochi di numero, i privilegiati, ci hanno sguazzato e guadagnato in questo status quo. La maggior parte della gente ha solo sofferto e s'è rassegnata. "Cos'ì va il mondo", "non c'è niente da fare", "la legge non è uguale per tutti", "è impossibile controllare chi controlla" sono frasi che sento dire ogni giorno dalla gente comune.

Per esempio noi giovani abbiamo sofferto la precarietà del lavoro come instaurata dalle leggi Biagi senza lamentarci. Molti di noi si sono persino abituati all'idea che il lavoro è un favore, non un diritto e che non sia possibile fare a meno della raccomandazione e dei legami politici per trovare un vero posto di lavoro. Ora ci è stato detto che dobbiamo rinunciare al posto fisso, ma il problema è un altro, la mancanza di lavoro. In altri paesi europei dove il lavoro c'è la gente rinuncia al posto fisso per trovarne subito un altro pure fisso o rinuncia ai benefici del posto fisso per guadagnare molto di più con la libera professione. Comunque sia, in Italia noi giovani non raccomandati (la stragrande maggioranza!) abbiamo già rinunciato al posto fisso da tempo, anzi abbiamo fatto di più, abbiamo rinunciato al lavoro e viviamo di stenti. Cosa volete di più da noi? Il nostro sfruttamento non è bastato a salvare l'Italia, il buco che avete fatto era troppo grosso per essere risanato dagli schiavi come noi. Ora molti di noi stanno fuggendo all'estero, dove non devono rinunciare a niente, se non a tutto quello che hanno in Italia, che comunque non è molto.

Mi sono più volte chiesto perché i tedeschi s'indignano così tanto e noi italiani no. Credo che per nostra natura noi italiani (parlo ovviamente in generale) cerchiamo d'adattarci a come stanno le cose e arrangiarci come meglio si può e non abbiamo molto coraggio di protestare o esporci in primo piano per cercare di produrre un cambiamento globale o difendere idee o ideali comuni come quelli della giustizia e dell'onestà. La nostra volontà è per natura (ripeto ancora, generalmente) alquanto debole e rinunciataria.

Non siamo un popolo d'eroi e idealisti disposti a sacrificarci per delle idee, ma di gente che, forse più saggiamente, cerca appagamento nelle cose semplici della vita che è facile ed immediato ottenere: la natura, l'amore, l'arte o anche solo la buona cucina, piuttosto che ideali di difficile realizzazione. Dobbiamo essere aspramente criticati per questo? Questa nostra filosofia rinunciataria discende dalla considerazione che ogni uomo è mortale e impotente di fronte al mondo e ogni sforzo per cercare di migliorare le cose può essere vanificato ed ha comunque una durata limitata nel tempo. Esiste un altro popolo pieno d'eroi e idealisti disposti al sacrificio e a morire per gl'ideali? Chi più, chi meno, siamo tutti edonisti, anche i tedeschi. Che poi qualcuno si sia approfittato di questo nostro atteggiamento verso la vita per governarci male, questo è un altro conto.

Ma per fortuna, a tutto c'è un limite. Ad es. ora che le cose vanno economicamente male e visto che i politici stanno tentando di far pagare il prezzo dei mali che affliggono il paese - per buona parte loro ed esclusive colpe - alle loro stesse vittime, la situazione è cambiata di colpo. La brutta situazione in cui versa l'Italia è diventata per ciascuno una questione anche personale: le "vittime silenti" hanno cominciato a reagire, non per amore degl'ideali ma a causa di interessi personali, a causa dell'aumentata pressione fiscale e del peggioramento delle condizioni di vita individuali. Qualsiasi sia il motivo, il risultato è che la gente ha cominciato a sentire la politica sbagliata e corrotta come un problema grave che riguarda personalmente ciascuno di noi e a riconoscere le ripercussioni negative che essa ha direttamente sulla nostra stessa vita, la felicità del singolo e le sue prospettive di realizzazione (principalmente economiche, ma non solo).

Il singolo voto politico ha cominciato ad acquistare valore, non si concede più tanto facilmente al solito candidato di partito, la gente vuole che al potere ci vada gente intelligente, capace, ma soprattutto onesta e imparziale e vuole sapere cosa fanno e controllare il loro operato. Non vogliamo più vedere una classe politica litigiosa che fa le leggi per le lobby ricche e potenti e non affronta i problemi del paese che riguardano la stragrande maggioranza delle persone. Ne abbiamo abbastanza! Tra l'altro alle votazioni, se non c'è nessun candidato che soddisfa questi requisiti s'imbratta la scheda o non si va a votare, ma non si regala più il proprio voto a nessuno. Qualcuno la definisce "disaffezione verso la politica", ma non ha capito proprio niente, in realtà è una critica rivolta verso la mala politica.

Quale speranza per la nostra povera patria?
Per ripulire l'Italia ci vorrà una vittoria della gente comune come i candidati che sta proponendo Grillo alle elezioni nazionali e che spero che siano anche altri a proporre, così che non si dica che c'è sotto solo Grillo, che tra l'altro è pure un ex-carcerato e come tale è personalmente escluso dalle cariche politiche, ma evidentemente questo dato di fatto non basta a fermare le critiche dei suoi oppositori. Evidentemente molte delle critiche rivolte verso Grillo sono faziose, dal momento che lui non può ricoprire cariche politiche e i suoi candidati sono gente del popolo, le critiche sono effettivamente rivolte dalla fallimentare politica di professione verso la gente che vuole semplicemente riprendere il controllo della politica.

Questo della "democrazia popolare" e apartitica è un primo passo, matematicamente necessario ma non sufficiente. Occorre che sia subito seguito dalla capacità degli eletti d'organizzarsi, governare bene e di continuare la lotta contro i poteri forti per escluderli totalmente dal controllo del potere nel nostro paese. Prevedo che, purtroppo, anche questa volta quest'ultimi riusciranno ad ottenere una rappresentanza significativa in parlamento, in quanto invariabilmente controllano e pilotano una percentuale significativa di voti. Tuttavia la parte buona del paese non li voterà in presenza di alternative migliori e questo dovrebbe limitare per esempio cose terribili, come la presenza della mafia nella politica.

Nel giro di pochi anni possiamo diventare più ricchi e felici della Germania, ma non bisogna abbassare la guardia. Ora abbiamo appena cominciato ad indignarci a causa della disperazione per le nostre condizioni economiche, che non sono altro che una conseguenza della mala-politica che ha agito nel corso di decenni come più gli pareva e piaceva, ma l'indignazione deve durare nel tempo, perchè alla minima distensione qualcuno potrebbe approfittarne per tornare a fare gl'interessi propri. Non sarà facile cacciare tutti i ladri, i corrotti, i mafiosi e gl'imbroglioni dal nostro parlamento e dal governo, ma per fortuna abbiamo la democrazia ci dà quest'opportunità col nostro voto, per evitare di mandarceli al potere o almeno di mandarcene quanti meno possibile. E ci sarà d'aspettarsi anche una reazione violenta da parte degli stessi che non molleranno l'osso così facilmente, reazione che bisognerà affrontare e da cui ci si dovrà difendere.

Chissà se tutto questo si realizzerà, ma molto dipende da ciascuno di noi. Non accontentiamoci di un lieve miglioramento della nostra situazione economica, che non potrà che essere di natura temporanea e illusoria. Dobbiamo rafforzare l'economia del paese per evitare di precipitare di nuovo nel baratro di una crisi in mano agli strozzini inflessibili delle finanze internazionali. Dobbiamo volere che ci siano cambiamenti significativi e duraturi per favorire la legalità e la meritocrazia in Italia, anche se i frutti non saranno visibili a breve termine e lavorare per questi.

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